Protesi su impianti

Dubbi e domande su un intervento importante

Protesi su impianti: dubbi e domande su un intervento importante
12 Aprile 2022 Studio Inserra

Cos’è la protesi su impianti

La protesi su impianto, o più specificamente l’implanto-protesi, è la branca dell’odontoiatria che si occupa della sostituzione di uno o più denti con impianti dentali per la riabilitazione estetica e funzionale della bocca.

Spesso si parla di implantologia, ma è più corretto usare il termine implanto-protesi, perché descrive meglio i due momenti che costituiscono questo tipo di trattamento: quello chirurgico, per il posizionamento dell’impianto che sostituisce la radice del dente, e quello protesico, in cui si realizza e consegna la protesi dentale che andrà propriamente a sostituire il dente.

Un lavoro sinergico e di stretta collaborazione in ogni passaggio che vede protagonisti il protesista e l’implantologo.

Oggi questo tipo di trattamento, anche grazie al progresso tecnologico, è diventato sempre meno invasivo sia in termini di dolore, che di durata, naturalmente con le dovute specifiche dei diversi casi, ma ciò nonostante rimane uno degli interventi che più mette in crisi i pazienti prima di affrontarlo.

Le domande che ci vengono poste sono spesso molto simili tra loro, abbiamo pensato per questo di raccogliere le più frequenti e dare voce ai nostri esperti: il Dott. Franco Inserra, direttore sanitario e protesista e il Dott. Francesco Di Pasquale, chirurgo e implantologo.

Sono loro le due figure che direttamente si prendono cura nel nostro Studio di chi deve affrontare un percorso di questo tipo.

Cosa ci chiedono i pazienti

Si tratta di un intervento molto doloroso?

No. Gli interventi sono molto più semplici e meno invasivi di un tempo. L’implantologia guidata o computer assistita, che grazie ad un software consente di visualizzare e programmare nei minimi dettagli l’intervento prima ancora di realizzarlo, riduce i tempi chirurgici, limita molto la necessità di fare incisioni dando ampio spazio alle tecniche flap less (senza incisione).

Ho molta paura, cosa posso fare?

Nel nostro studio abbiamo un anestesista dedicato. Nei casi più complessi che prevedono ad esempio rigenerazione ossea o tessutale, nelle grandi riabilitazioni per cui l’intervento potrebbe durare molto, nei casi di pazienti più timorosi o con specifiche condizioni cliniche (cardiopatia, alterazioni della coagulazione), c’è la possibilità di utilizzare la sedazione farmacologica, che permette di operare in modo che il paziente sia più rilassato durante l’intervento pur rimanendo perfettamente cosciente e vigile. L’anestesista specializzato rimane a fianco del paziente per tutto il tempo dell’intervento, monitorandone i parametri e adattando i dosaggi farmacologici in base alle specifiche esigenze.

Simulazione intervento su software 3shape

Quanto dura l’intervento?

Grazie alla tecnica computer guidata l’intervento viene prima pianificato in ogni suo passaggio attraverso un software che ci consente di simulare la procedura passo dopo passo. Questa simulazione fa sì che si riduca la durata dell’intervento in sé, perché le misurazioni e le valutazioni sono già state fatte tutte in fase preparatoria.
La durata dipende da quanti elementi bisogna integrare, se è necessario procedere a delle rigenerazioni ossee e trattamenti accessori all’impianto vero e proprio, quindi è difficile indicare una tempistica precisa, ma possiamo dare una forbice di tempo che varia dai 45 ai 90 minuti.

Avrò dolore una volta a casa?

Il dolore dopo un intervento di implantologia è originato soprattutto dai tagli chirurgici: è la ferita a generare gli edemi (ovvero i gonfiori) che causano infiammazione e dolore.
Con l’implantologia guidata si interviene nella maggior parte dei casi in modalità flap less. Con l’eliminazione del taglio si riducono notevolmente i fastidi post-intervento. Non si ha edema, non si hanno ematomi ed il decorso post-operatorio è più tranquillo: generalmente i pazienti possono così tornare già dal giorno dopo alle normali attività della loro quotidianità.

Come devo gestire l’impianto subito dopo l’intervento? E a distanza di tempo?

Subito dopo un intervento di chirurgia orale consigliamo sempre alcune buone prassi da seguire:

– assumere farmaci ad azione antidolorifica-antinfiammatoria prima che l’effetto dell’anestesia svanisca;
– appoggiare una borsa del ghiaccio, avvolta da un panno morbido, ad intervalli di 15 minuti;
– preferire un’alimentazione prevalentemente liquida o semi-solida, assolutamente non calda;
dormire con la testa sollevata su un paio di cuscini, così da placare eventuale dolore o sanguinamento gengivale;
assumere l’antibiotico, come già precedentemente prescritto;
sciacquare la bocca con collutori disinfettanti (che contengano clorexidina 0,2%) solo dopo 12 ore dall’estrazione dentale;
non fumare e non bere alcolici;
evitare di praticare sport o altre attività fisiche da sforzo per i successivi tre giorni a seguire dall’intervento;
– rivolgersi allo studio dentistico se il dolore persiste dopo i tre giorni successivi all’intervento.

Per il mantenimento prolungato, invece, il consiglio è sempre quello di mantenere in salute la bocca e quindi di procedere a delle sedute di igiene professionale periodiche per garantire la pulizia ideale dell’impianto e della protesi, oltre che naturalmente del resto della bocca.

 

Quando è possibile mangiare dopo l’intervento?

Subito dopo un intervento di implantologia consigliamo di consumare pasti liquidi o semi-liquidi e soprattutto mai ad alte temperature.
Nel periodo successivo poi, quando in bocca sarà presente ancora una protesi provvisoria, bisogna prestare molta attenzione alla cura e alla manutenzione, la raccomandazione è di non mangiare alimenti troppo duri e di evitare di schiacciare con troppa forza per non arrecare danni all’impianto o alla protesi, e traumi a osso e gengiva nel periodo di guarigione.

Quanto dura la fase provvisoria? Sarò presentabile in attesa dei denti definitivi?

Spesso la preoccupazione dei pazienti è giustamente la presentabilità subito dopo l’intervento, soprattutto nei casi in cui vengono estratti e devono essere riabilitati i denti anteriori.
La domanda che spesso si pone durante l’esposizione del piano di cura è che aspetto si avrà nell’attesa di avere i nuovi denti definitivi.

Nel periodo che intercorre tra l’intervento chirurgico e la consegna del lavoro protesico definitivo, per noi è fondamentale garantire al paziente la serenità di potere avere una “vita normale” in cui poter sorridere e parlare tranquillamente, la masticazione e la funzionalità non sono sempre ideali ovviamente, ma verranno ottimizzate nella fase definitiva.
Bisogna ricordarsi che, essendo provvisoria, la protesi non è perfetta: potrebbe non calzare benissimo (soprattutto perché la gengiva dovrà rimodellarsi dopo la chirurgia), avere un colore non esattamente uguale ai denti naturali, dare un leggero fastidio. Si tratta di una fase transitoria in cui bisogna accettare qualche piccolo disturbo.

La fase provvisoria può avere una durata variabile. Il tempo necessario per completare il lavoro, pur dipendendo molto da caso a caso, si aggira solitamente intorno ai 3/4 mesi, sia per i casi di riabilitazione totale (all-on-four) sia per quelli di impianti singoli o gruppi di denti. Molto dipenderà dalla guarigione dei tessuti molli e duri (gengiva e osso), che sono coinvolti nell’intervento.

In caso di distacco della protesi provvisoria, o di altri fastidi legati all’intervento, il nostro studio ha un servizio di reperibilità sempre attivo, festivi inclusi.

Quanto costa un intervento di implanto-protesi?

È difficile stimare un range di prezzo perché le variabili di fronte a un intervento di questo tipo sono tante e incidono molto sul costo della prestazione. Si tratta sempre comunque di costi accessibili, a fronte di un risultato che è duraturo e migliora la qualità della vita e il benessere del paziente.
Si possono insieme valutare le formule di pagamento migliori, come la rateizzazione. Il nostro studio è inoltre convenzionato con numerose compagnie di assicurazione, mutue, fondi sanitari integrativi e casse di previdenza di categoria.